Codice di Comportamento e disciplinare dei Dipendenti Pubblici

Con decreto ministeriale 30 giugno 2014, n. 525 è stato approvato il Codice di Comportamento dei dipendenti del MIUR, che, in ottemperanza a quanto previsto dall'art. 54 del D.Lgs. n. 165/2001 così come sostituito dall'art. 1, comma 44 della L. 190/2012 recante "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica Amministrazione", integra e specifica il Codice di Comportamento dei dipendenti pubblici di cui al DPR n. 62/2013.

Sono entrate in vigore il 14 luglio le modifiche al Codice di Comportamento dei dipendenti pubblici (il Decreto del Presidente della Repubblica 62 del 2013) adottate con il DPR 81 del 13 giugno 2023. Diverse le novità sul tavolo, a partire dall’utilizzo di mezzi di informazione e social media.

Il Dpr 81 introduce così un nuovo articolol’11 ter. In sintesi: nell’utilizzo dei propri di social media, al dipendente viene chiesto di utilizzare “ogni cautela” affinché le proprie “opinioni o i propri giudizi” su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente alla pubblica amministrazione.
In ogni caso il dipendente è tenuto ad “astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”.

Il nuovo articolo 11 ter va così a rafforzare ciò che era sottinteso dal già esistente articolo 12, secondo il quale “Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell’amministrazione”.

Rimane dunque garantita la facoltà per il dipendente pubblico di esprimere giudizi e opinioni sui propri canali social. Ciò che gli viene richiesto è di esprimersi esclusivamente a titolo personale e di rispettare una certa continenza verbale senza scadere in invettive e contumelie.

Il comma 4 dell’articolo 11 ter va poi a prevedere l’istituzione di una eventuale “social media policy” per ciascun social network, al fine di tutelare il decoro dell’amministrazione.

Previsto poi il divieto di divulgazione di informazioni per ragioni estranee alle proprie mansioni.

Inclusione e differenze di genere nella pubblica amministrazione

Oltre a una serie di micro-modifiche agli articoli già in vigore, all’articolo 13 viene esplicitamente richiesto ai dirigenti di curare “il benessere organizzativo nella struttura” tramite “l’instaurarsi di rapporti cordiali e rispettosi tra i collaboratori” ma anche di favorire “iniziative finalizzate alla circolazione delle informazioni, all’inclusione e alla valorizzazione delle differenze di genere, di età e di condizioni personali“.

Etica del dipendente pubblico

All’articolo 15 del già esistente Codice di comportamento viene aggiunto il comma 5-bis, che introduce l’obbligo per i pubblici dipendenti di seguire “cicli formativi sui temi dell’etica pubblica e sul comportamento etico” ogni qual volta si verifichi un cambiamento contrattuale nella propria carriera. I corsi andranno seguiti, cioè, al momento dell’assunzione, in caso di promozione e in caso di trasferimento ad altra amministrazione. I corsi saranno proporzionati, per “durata e intensità” al grado di responsabilità del dipendente.

Per approfondire si rimanda al testo del DPR 81 del 13 giugno 2023 sul sito della Gazzetta Ufficiale.

Decreto Pa 2023

Intanto è in arrivo una piccola grande rivoluzione che abbraccerà settori eterogenei della pubblica amministrazione: il testo del Decreto Pa presentato dal governo prevede una serie di novità dai concorsi agli stipendi, dallo scudo erariale per i dipendenti statali alle nuove norme sulla Corte dei Conti.

Le norme contenute nel Codice si applicano a tutto il personale dipendente ed in servizio presso il MI (Amministrazione centrale e periferica), ivi compreso quello con qualifica dirigenziale, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e determinato, a tempo pieno e a tempo parziale, nonché il personale comandato. Inoltre, i doveri di comportamento e gli obblighi di condotta del Codice si applicano altresì, ai collaboratori o consulenti con qualsiasi tipologia di contratto o incarico a qualsiasi titolo, ai titolari di organi e incarichi negli uffici di diretta collaborazione del Ministro; ai dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo di imprese e ditte fornitrici di beni o servizi in favore dell'amministrazione e che svolgano la propria attività all’interno del Ministero o presso gli USR.
La violazione degli obblighi previsti dal Codice integra comportamenti contrari ai doveri d'ufficio ed è fonte di responsabilità disciplinare nonché, nei casi previsti, di responsabilità penale, civile, amministrativa o contabile.